carta dei Tarocchi: XV Arcano Maggiore
Pazzo. Nazista. Crudele. Sarebbe da mandare in galera. Incita all'abuso sui minori indifesi.
Queste sono alcune definizioni che circolano sul web a proposito del diavolo in persona, Eduard Estivill (direttore della Unidad de Alteraciones del Sueño dell’Istituto Dexeus di Barcellona), autore di “Fate la nanna”. Ovvero insegnare ai genitori come, con un metodo coercitivo, educare un bambino al di sotto dei cinque anni a dormire tutta la notte, in piena autonomia.
Nei forum di mamme, a coloro che hanno applicato il metodo, il tenore delle risposte è: Ti denuncerei. Il tuo povero piccolino non piange più non perchè si senta sicuro, ma perchè sa che tanto TU non verrai, alla faccia del sentirsi sicuri la propria madre. Sei crudele. Cosa ti hanno fatto da piccola?
Su you tube c'è un video che ha oltre 27000 visioni, il primo che esce se si digita “metodo Estivill”. Con un sottofondo musicale tra il gregoriano e la new-age da meditazione, Maria Teresa Lanza espone le ragioni di tanta diffusa ostilità. La sua voce è persuasiva e a tratti rotta dall'emozione, come quella che accompagna certe immagini dei bambini vittime della guerra o di una tragica carestia.
Spiega che il metodo propugnato da Estivill è pericoloso, pericolosissimo, che si tratta di una violenza continua, non accettabile. Un libro che contempla un'efferata violenza, scritto da una persona assolutamente malvagia e fuori di senno, un corruttore del naturale istinto materno, una sorta di dittatore. Maria Teresa Lanza si chiede come sia possibile che questo pediatra abbia potuto far crescere nel suo cuore una disattenzione così totale nei confronti delle sacrosante necessità primarie del bambino; come sia diventato un acerrimo nemico e accusatore del nuovo nato, al quale lancia un messaggio di profonda inimicizia, rancore ed odio. La risposta di Maria Teresa Lanza è che Estivill è nato in Spagna nel 1950, e dunque la sua visione è probabilmente frutto della disciplina militare del regime dittatoriale franchista.
Piena di addolorato stupore nota che il metodo viene applicato da tantissimi genitori, anche qui in Italia, soprattutto nelle provincie cosiddette bianche, cattoliche. Come far capire a queste persone, si domanda, che il signor Estivill sta abusando prima di tutto di loro? Come, se già siamo vittime dell'imperante e deleteria cultura del narcisismo? Del resto, chi applica questo metodo ha evidentemente subito da piccolo la stessa disumana disattenzione.
Conclude descrivendo l'esperienza traumatica dei bambini sottoposti a tale ingiusto trattamento: esperienza di morte, di annichilimento totale, ai limiti dell'umana sopportazione. Rammenta che venire precocemente a contatto con collere e crudeltà della mamma provoca profonde distorsioni nel bambino. Mentre la voce suadente dice queste cose, scorrono immagini di bambini in lacrime alternate a immagini dell'esercito dell'antica Roma, battaglie cruente e uccisioni, per finire sull'ultimo eloquente fotomontaggio: un bambino fiducioso che scende dallo scivolo, il quale però si rivela essere una gigantesca grattugia con i dentini rivolti verso la sua schiena.
Ora, di tutti gli inviti che Maria Teresa Lanza fa, ne raccolgo uno con autentica gioia: meglio essere critici, sempre critici.
Il metodo Estivill non l'ho mai provato e non fa per me. Sono di picaglia tenera (traduzione per i non bolognesi: la picaglia è il materiale di cui è fatto qualcosa), inoltre sono sempre stata piuttosto scombinata con i ritmi. La regolarità non è il mio forte, e il suo metodo richiede estrema regolarità. Ciononostante a volte, con i figli, sono stata anche di picaglia dura, quando ritenevo che qualcosa fosse di vitale importanza per me o per loro. Ho avuto ovviamente le mie critiche, perchè da taluni venivo giudicata di picaglia troppo tenera e da talaltri di picaglia troppo dura.
Il libro incriminato però l'ho letto, proprio in questi giorni.
Francamente non mi è sembrato il frutto della mente di un pazzo crudele. Le sue mi sono sembrate parole di un medico che affronta un problema spesso reale, con un certo distacco emotivo. Distacco che è salutare, a dire il vero, perchè potere definire “marmocchio diabolico” un bambino che ti fa passare la trentesima notte senza dormire è liberatorio. Le filastrocche popolari sono sempre state piene di tali “crudeltà” che purificano la psiche intossicata da notti insonni e fatiche diurne. Così come è liberatorio il bellissimo “Fai 'sta cazzo di nanna".
Estivill ripete ogni mezza pagina che il bambino ha bisogno di sentirsi amato, che va rassicurato in ogni modo, e che gli vanno forniti gli strumenti per sviluppare l'autonomia, in primis quella del sonno. Raccomanda di non fare mai passare più di cinque minuti senza rientrare nella stanza. Propone regole precise. Chi di noi non ha mai sperimentato come in momenti di grande difficoltà, di qualsiasi genere, una rigorosa disciplina sia in grado di farci svoltare?
In un forum, una mamma prende le difese di un'altra, tacciata di malvagità perchè si è affidata al metodo Estivill. “Forse era davvero stanca, forse ha passato mesi insonni a dormire tre ore per notte e nemmeno continuative, a svegliarsi ogni ora con il pianto del bimbo che rompe timpano e cuore, forse è uscita qualche volta in vestaglia con solo il cellulare e la patente in tasca e il bimbo nel seggiolino per tentare di addormentarlo in auto, esasperata perché ha pianto da mezzanotte alle quattro del mattino, sperando di non incontrare nessuno a cui giustificare la tenuta da esaurita che ha addosso”. Ci possono anche essere situazioni familiari particolari, in cui un bambino che non dorme mai può essere causa di gravi disagi, possibile che di casi simili ne conosca solo io?
Dire che un bambino è solo fragile e indifeso è fargli un torto, perchè un bambino è anche una forza selvaggia di vita, ricco di risorse. E a chi pensa che per un bambino sia un dramma definitivo assistere precocemente alle collere della madre, consiglio la lettura del libro “Urlo di mamma”. La mamma del piccolo pinguino grida talmente forte che il piccolo si spaventa e si disintegra in tanti pezzi che si sparpagliano per il pianeta. Vorrebbe camminare ma i piedi sono lontani, vorrebbe chiamare ma il becco è lontano. La mamma inizia un viaggio per il mondo per recuperare tutti i pezzi del piccolo pinguino, e li cuce tutti insieme con ago e filo. “Scusa se ho urlato forte” dice la mamma, e abbracciati salpano sulla nave che li riporta a casa.
E' ipocrita demonizzare un certo modo di prendersi cura dei figli e allo stesso tempo dire “certo, ognuno è libero di allevare i figli come meglio crede, però....”.
Non c'è "però", bisogna essere chiari su questo: se un certo modo è un abuso, va perseguito per legge. Oppure bisogna cambiare il vocabolario, e dire che quel certo modo non è vicino al mio sentire, che va contro i bisogni dei bambini, che io non lo farei mai, che mi fa soffrire pensarci, che ci sono metodi più dolci..... qualsiasi cosa, ma non che "siamo di fronte ad un crudele abuso d'infanzia". Qualche tempo fa i genitori cinesi di una bambina di quattro anni sono stati arrestati in seguito alla denuncia di un vicino. Avevano lasciato la figlia sul pianerottolo, per tre ore. Per punizione. Quando sono arrivati i carabinieri, i genitori erano sinceramente stupiti perché per loro era una normale prassi educativa. Ebbene, in Italia questo comportamento equivale a maltrattamento, e come tale è stato giustamente perseguito.
Chi demonizza le madri che applicano il metodo Estivill, ritiene che siano da perseguire legalmente per abuso oppure no? Nel primo caso occorre agire, nel secondo caso occorre moderare le parole.
Conosco alcune mamme che hanno adottato il metodo Estivill. Posso garantire che sono madri amorosissime e affettuose, sensibili ai bisogni dei figli. Posso assicurare che non sono nemmeno delle sprovvedute senza cultura. Alcune sono cattoliche e altre invece per nulla (a questo proposito mi chiedo dove Maria Teresa Lanza abbia trovato le statistiche secondo le quali il metodo verrebbe utilizzato soprattutto nelle province cosiddette bianche, cattoliche). Non metto in dubbio che ce ne siano anche di anaffettive, come del resto tra chi non adotta tale metodo.
Ho conosciuto bambini che hanno vissuto traumi profondi. La guerra, l'abbandono, la prematurità grave.... Cerchiamo di avere il senso della misura.
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