martedì 30 luglio 2013

Non ho competenze sanitarie

Keith Haring

“La nostra non è una battaglia contro qualcuno, piuttosto una battaglia a favore di qualcosa: la salute della donna e del bambino”.
Comincia così l'intervista all'ostetrica Silvia Vaccari, presidente del collegio delle ostetriche di Modena, in cui parla della pericolosa doula. Neanche a dirlo.
Sono sicura che la dottoressa Vaccari ha davvero a cuore la salute della donna e del bambino,  e ne sono felice, ma insomma decidiamoci: queste donne incinte sono delle ammalate croniche oppure no? La gravidanza è una insidiosa malattia, un allarmante stato patologico dell'esistenza che dura fin dopo il parto, oppure no? 

Se appena fatto il test di gravidanza piombiamo nella potenziale patologia ok, diciamolo chiaramente. Allora è giusto che l'unica preoccupazione della gestante sia il mantenimento di una parvenza di salute, costantemente minacciata. Allora diciamo che solo chi ha competenze sanitarie può avvicinarsi a una donna incinta per non farla sentire sola se si sente sola, per accudirla, per ascoltarla, per darle una mano, per farsi due risate. Isoliamo la gestante anche dalla famiglia e dalle amiche, prima possibile. Assicuriamoci che una persona con competenze sanitarie, e nessun altro, vada  a prenderla a casa e l'accompagni in ospedale per fare le medicazioni dopo un cesareo, e che poi la riporti a casa e le metta su una tisana. E naturalmente le tenga il bambino mentre va in bagno. Assicuriamoci che siano tutte  persone con competenze sanitarie quelle deputate a starle accanto durante il travaglio. Beh, il padre non si discute, tanto se è spaventato ci sarà sicuramente una persona con competenze sanitarie pronto a occuparsi un po' di lui. La partoriente vuole portarsi un'amica che le tiene la mano e se la fa stritolare a dovere durante le contrazioni? Va bene, purchè non sia una doula. Se una donna si presenta in ospedale con tre centimetri di dilatazione, è ovvio che l'ostetrica di turno si sfilerà il camice e la riaccompagnerà a casa, per non lasciarla sola. Aspetterà con lei qualche ora, che problema c'è? E poi scusate, ma non ce l'hanno un marito queste donne? Si sarà preparato anche lui durante la gravidanza, avrà fatto dei corsi tenuti da persone con competenze sanitarie, no? E l'allattamento? Ah... su questo non si discute: solo chi ha competenze sanitarie può darti un po' d'aiuto. Certo, l'allattamento è una cosa naturale, ce ne siamo dimenticati, un sapere che potrebbe trasmettersi da madre a figlia..... e però solo chi ha competenze sanitarie ha le competenze giuste per poterne parlare. 
E che dire della suggestione? Non lo sappiamo forse che la donna (già psicolabile per natura), durante la gravidanza diventa particolarmente influenzabile? "Difficile convincerla che una doula non ha la preparazione giusta per starle vicina"....Convincerla, capito? 

E se invece la gravidanza fosse (anche) uno stato di salute...? Se oltre ad avere bisogno di figure con competenze sanitarie avessimo anche desiderio di altro? Senza dover mettere una cosa in contrapposizione all'altra, ma sperando piuttosto in una
collaborazione.....?
Mi farò una maglietta: NON HO COMPETENZE SANITARIE. Ho solo paura che la parola "sanitarie" possa farmi venire uno sfogo allergico al petto.
Scusate, questa intervista mi ha fatto prudere i polpastrelli. Io amo le ostetriche, ho una vera venerazione per loro, non sopporto che ci siano (alcune) ostetriche che mi considerano una a cui fare la guerra. O forse sarà questo caldo torrido.... 
Vi invito a leggere e commenti delle doule che sono intervenute in fondo all'articolo, in particolare quello di Chiara Pozzi Perteghella che racconta di un'ostetrica molto illuminata, e quelli di Lucia Mezzomonaco, che pone questa domanda: una donna lasciata sola è più in grado di chiedere aiuto rispetto ad una supportata dalla famiglia o da una doula?



4 commenti:

  1. Io sono d'accordo.
    Ogni parola.
    Soprattutto quando ci sono ostetriche che non hanno competenze pedagogiche e tengono corsi di educazione infantile; non hanno competenze fiscali all'assistenza domiciliare ma, dietro modica cifra senza notula, ti assistono a casa; non hanno competenze psoterapeutiche ma ti psicanalizzano la vita di coppia e il rapporto con tuo figlio...
    Evviva il fatto che l'ostetricia italiana ha inserito, come nel vecchio mangiacassette (Marzia te li ricordi? Si usava la matita per risparmiare le pile), il tasto pausa.
    Speriamo che qualcuno schiacci il tasto play e si riparta senza, contemporaneamente, tenuto pigiato il tasto su rewind!!

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  2. Eh benedetta donna... lo so che tu sei d'accordo....!!
    No Rachele, a dire il vero non facevo questa cosa con la matita.... non che ormai serva più a un piffero, ma come funzionava?
    Comunque, se schiacci play e contemporaneamente rewind il povero strumento va in tilt.... non va nè avanti nè indietro, sai che gioia....!!!

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  3. Completamente d'accordo anche io, Marzia!
    E se le (tante, purtroppo) ostetriche anzichè far guerra alle doule si dedicassero un pochettino a migliorare tante cose dell'ostetricia che andrebbero migliorate? Spesso quello che dovrebbero modificare è il proprio essere ostetriche con umiltà senza presunzione di saper fare tutto e di voler fare tutto.
    Oppure unirsi per migliorare, ad esempio, la formazione universitaria?
    Oppure le condizioni burocratico-fiscali-contributive nelle quali loro stesse ci hanno infilato anni fa?
    Oppure ancora l'accessibilità ad una formazione post-laurea decente senza svenarsi completamente??
    Oppure i rapporti e la collaborazione tra ospedaliere e libere professioniste (lì altro che guerre...)...
    Oppure ancora rendersi conto finalmente che al centro c'è la donna? E il bambino? e la famiglia? E NON loro?
    Settimana scorsa in una riunione al collegio ci siamo sentite dire che se c'è qualcun altro con la coppia in sala parto non va bene perchè la coppia poi guarda solo quel qualcun altro e non loro...mah...boh...

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  4. Certe ostetriche avrebbero davvero bisogno di una doula che le rassicuri, che le aiuti a individuare i problemi e a trovare fiducia nelle proprie competenze..... la Fulgeri strabuzzerebbe gli occhi incredula, di fronte a tanta insicurezza.
    E pensare che il mondo contemporaneo ci sta insegnando l'importanza della collaborazione, e che il sapere collettivo vale più di quello individuale, e che vale di più se è vario, ovvero se proviene da saperi ed esperienze diverse. Possibile non sia chiaro che la collaborazione sarebbe benefica per tutti...? In primis per i protagonisti.... che come dici tu Emanuela, sono innanzitutto le donne, e i bambini, e le famiglie...
    Bah, tirem innanz !!

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