giovedì 1 dicembre 2016

Trasmissione culturale



Il modo in cui noi accogliamo i neonati, noi collettività intendo, è il primo atto con cui trasmettiamo la nostra cultura alle generazioni future. E' l’impronta natale che doniamo ai nostri bambini.
I primi anni di vita sono i più importanti, ormai lo sappiamo. Ma lo sappiamo tutti che le prime ore sono le più importanti del tempo importante? Nei reparti maternità degli ospedali lo sappiamo tutti? 
A me pare che siamo duri di testa e continuiamo a non capire. La foto postata due giorni da Giuditta mi ha spinto a radunare questa galleria fotografica, che a guardarla si riceve un pugno allo stomaco. Guardiamo questi volti e questi corpi come guarderemmo volti e corpi di adulti, e chiediamoci se ne sopporteremmo la vista con il sorriso indulgente che spesso si ha davanti ai neonati.

Sì lo so, sono la prima a riconoscerlo, negli ospedali ci sono tante ostetriche sensibili e accoglienti, tanti medici amabili, tanti chirurghi attenti, tante infermiere che sanno illuminare la stanza con un sorriso. 
Ma quante continuano a essere le nascite contrassegnate da violenza? Basterebbe andare a leggere le testimonianze raccolte durante la campagna Basta Tacere e ora dall'Osservatorio sulla violenza ostetrica in Italia. 
Dovrebbe essere diverso.
La delicatezza e la cura delle nostre mani, la comprensione della fatica che hanno fatto le nostre creature nella loro prima grande prova, la compassione per il loro pianto.
L'attenzione a soddisfare i loro bisogni primari, evitando pratiche fastidiose, inutili, molto spesso solo dannose.
Il profondo rispetto per il loro corpicino inerme e delicato.

Quando mamma e neonato hanno avuto i loro bisogni soddisfatti, quando mamma e neonato sono stati rispettati e accolti, il parto e la nascita (stesso evento visto dai due punti di vista dei protagonisti) sono un bell'inizio per tutto. Non deve essere una questione di fortuna. 
Questa è la trasmissione culturale a cui dovremmo aspirare tutti, collettivamente. 






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