Oggi ospito una lettera aperta di Valentina Bonomi, ostetrica e amica, su quello che definirei un brutto fattaccio di questi giorni.
Buona lettura
Alla presidente FNCO Maria Vicario e al direttivo tutto,
Sono Valentina, un’ostetrica libera professionista impegnata nel
lavoro sul territorio accanto alle mamme.
Lo scorso venerdì mentre guardavo la home page di un social network a
cui sono iscritta qualcosa attira la mia attenzione
3 donne si abbracciano e
sorridono in una foto per pubblicizzare un nuovo programma TV, sono ostetriche
anche loro!
Il programma si chiamerà “ostetriche, quando nasce una mamma” andrà in
onda su Real Time, canale di intrattenimento prevalentemente al femminile, dal
26 marzo.
“Evviva!”, penso, finalmente qualcosa si muove e
le mamme sapranno più precisamente come possiamo essere loro d’aiuto…
Nelle foto si legge la biografia in breve delle tre colleghe: due
ospedaliere con decennale esperienza Mimma e Paola e Sara una giovane ostetrica
libera professionista; fantastico, penso, anche le libere professioniste come
me finalmente avranno un’occasione per raccontarsi.
Ma basta poco purtroppo per farmi ricredere e lasciarmi nello
sconcerto,
Riguardando bene le tre foto che sembrano confezionate apposta per il
pubblico…
Una delle tre, Mimma, ha in mano un ciuccio Paola invece ha in mano un
biberon…non capisco…sullo sfondo campeggia la scritta Chicco…
Guardo meglio apro il sito, guardo il promo…
Tutto è chiaro e sono allibita, le signore di fatto partecipano ad un
programma prodotto da Chicco che le mostrerà intente ad aiutare 8 neomamme al
rientro a casa dall’ospedale…
Il promo e le pubblicità sono tutte un susseguirsi di biberon e
immagini stucchevoli…e il rilancio dell’ostetrica? No ok forse qui c’è in ballo
solo il rilancio di Chicco…
Come se la cosa non fosse abbastanza avvilente per delle
professioniste serie, parlo dell’essere parte di un programma dove viene
persino riportato l’elenco dei prodotti a marchio Chicco che compaiono nelle
varie scene, c’è l’aggravante:
Forse le tre colleghe infatti ignorano o non si sono rese conto di
avere di fatto violato un punto del nostro codice deontologico revisionato di
fresco a luglio del 2014 che, precisamente al punto 3.6, sancisce l’adesione al
codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno
e al punto 5.3 e 5.4, già approvati prima di tale data, rinforza i connotati
etici professionali
3.6 L’ostetrica/o
favorisce l’attaccamento precoce madre/padre e bambino,
promuove l’allattamento al seno e supporta il
ruolo genitoriale. L’ostetrica sostiene e diffonde la donazione
volontaria del latte materno. L’ostetrica/o altresì aderisce al Codice
Internazionale per la Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno, ne
promuove il rispetto delle norme e si impegna a denunciarne eventuali
violazioni.
5.3 L'ostetrica/o
respinge qualunque tentativo di imposizione di comportamenti non conformi ai
principi e ai doveri deontologici, dandone immediata notizia al Collegio
professionale.
5.4 L’ostetrica
evita ogni conflitto di interesse economico e non, che si può manifestare nei
rapporti individuali, nella prescrizione, nei rapporti con enti,
organizzazioni, istituzioni ed industrie.
Il codice per la commercializzazione dei sostituti del latte materno è
stato promosso da OMS e UNICEF nel 1981 per proteggere madre e bambino in
tutela all’allattamento al seno, regolamenta il marketing di latti in formula,
alimenti per la prima infanzia e sostituti per l’alimentazione del lattante
come ciucci e biberon (http://www.ibfanitalia.org/cosa-e-il-codice/ ). E
pertanto di estremo interesse per la professione visto che l’ostetrica è
l’operatore sanitario che ha tra i principali obbiettivi la tutela, la cura, e
la promozione dell’allattamento al seno. Scrive a chiare lettere quale dovrebbe
essere l’atteggiamento di strutture e operatori sanitari al punto 6 e 7:
6.5 Un’alimentazione a base
di alimenti per lattanti, sia di produzione industriale che di preparazione
casalinga, dovrebbe essere mostrata esclusivamente dal personale sanitario, o
da altri operatori sociali; e soltanto alle madri o ai membri della famiglia
che hanno necessità di ricorrervi; e l’informazione data dovrebbe includere una
chiara spiegazione dei rischi di un uso improprio.
7.3 Nessun incentivo
finanziario o materiale diretto alla promozione dei prodotti cui si applica il
presente Codice dovrebbe essere offerto da produttori o distributori al
personale sanitario o membri delle loro famiglie, né dovrebbero essere
accettati dal personale sanitario o da membri delle loro famiglie.
7.4 Campioni di alimenti per lattanti o di altri prodotti contemplati dal
presente Codice, o di attrezzature e utensili per la loro preparazione e
consumo, non dovrebbero essere forniti al personale sanitario eccetto quando
necessario nell’ambito di una valutazione professionale o ricerca a livello
istituzionale. Il personale sanitario non dovrebbe consegnare campioni di
alimenti per lattanti a donne in gravidanza, madri di lattanti e bambini o
membri delle loro famiglie.
7.5 Produttori e distributori dei prodotti contemplati dal presente Codice
dovrebbero dichiarare all’istituzione di appartenenza degli operatori sanitari
qualsiasi contributo erogato ad un operatore o in suo favore per borse e viaggi
di studio, assegni di ricerca, partecipazioni a conferenze professionali o
simili iniziative. Tali dichiarazioni dovrebbero essere rese dal beneficiario.
Compreso il fatto che qui appare palese ed eclatante: gli operatori
sanitari non devono accettare compensi ne farsi promotori.
Voglio persuadermi nell’assoluta buona fede delle tre colleghe che, in
un momento di crisi profonda della nostra professione che da tempo cerca una
strada di rilancio hanno visto in questo programma televisivo un’opportunità
per noi tutte
Purtroppo però marketing ed etica professionale non vanno di pari
passo e la violazione del codice deontologico è fatto grave.
Ancora più sorprendente e imbarazzante però è l’apparente silenzio
della mia federazione in merito che, seppur bersagliata da email di colleghe
indignate come me, ancora non risponde alle osservazioni…
Mi sarei di fatto aspettata un comunicato pubblico o almeno una
risposta inoltrata per mail che rassicurasse sulla presa in carico della
situazione.
Forse c’entrerà il fatto che l’inserimento del punto 3.6 del codice
deontologico sia stato fatto perché “A monte vi sono state diverse
spinte da parte della categoria al fine di introdurre tali modifiche.” Come dichiarato dalla FNCO nella
newsletter che ha fatto seguito alla modifica del codice deontologico…quasi a
volersene chiamare fuori.
Forse gli impegni della neoeletta presidente Vicario sono rivolti ad
altri apparenti bisogni che distolgono l’attenzione da queste
voragini interne e risulta più importante dedicarsi alla denuncia di abusivismi
piuttosto che ad un provvedimento disciplinare qual si voglia, anche solo un
richiamo, nei confronti delle tre colleghe come dire non guardo la trave nel
mio occhio per cercare quella nella tua…
Sarebbe un bell’inizio del mandato di Maria Vicario che si propone con
lo slogan “rinascita Ostetrica”, perché almeno questa volta la rinascita parta
dall’interno rinforzando i principi, i valori e l’etica di noi ostetriche e
creando quell’alleanza tra ostetriche e donne che tanto si auspica basandola su
principi di salute e non di marketing.
Questa lettera è stata volutamente pubblicata anche in forma di
“lettera aperta” per far conoscere alle donne, alle mamme e a chiunque assiste
la maternità che ci sono ostetriche che hanno fatto del codice per la
commercializzazione dei sostituti del latte materno una propria linea di
pensiero già da tempo e si sono dette molto felici all'entrata di questo
all'interno del loro codice deontologico professionale quanto indignate nel
vedere delle colleghe violare in questo modo i punti più basilari in un
contesto che virtualmente raggiungerà milioni di persone.