martedì 21 febbraio 2012

donne che mi piacciono


In un lontano passato, era tutto un pullulare di statuine rappresentanti donne con la vulva ben in vista. In Europa ne troviamo tante anche nel Medio Evo. Molto spesso sono immagini propiziatorie della fertilità umana, animale o vegetale.
Ma alcune sembrano esprimere altro, ovvero il potere di una donna di tenere a distanza le forze maligne sollevando la gonna e mostrando i genitali.
Come ad esempio questa fanciulla di pietra, che risale al XII secolo e si trovava a Porta Tosa, a Milano. La donna ha un aspetto imponente e fiero, tiene nella mano destra un pugnale e con la sinistra solleva la veste fino a scoprire il monte di Venere, lo sguardo davanti a sè.
Su uno dei più importanti accessi alla città c'era una donna fiera, impudica e feroce.
Non è chiaro il significato di queste sculture, di cui l'Europa del Nord è piena, gli studiosi fanno diverse ipotesi.
Ma significati a parte, io le trovo bellissime.

8 commenti:

  1. scusa Marzia, non resisto...
    http://www.youtube.com/watch?v=SdEDxFceoRY&feature=share
    Lora
    ;)

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  2. Niente male....! Tuttapatata mi mancava proprio !!

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  3. Marina Abramovic insegna: http://www.youtube.com/watch?v=MIN8Cm5rYXY

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  4. c'è anche questa
    http://www.youtube.com/watch?v=nojeYbBpbeU
    lora

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  5. Sheela Na Gig è infatti il nome di tutte le statuelle medievali di femmine che mettono in bella mostra i genitali, e che venivano poste in luoghi di culto o di potere, ovvero chiese e castelli. Fenomeno interessantissimo, perchè contrariamente allo stereotipo della donna sottomessa, relegata alla sua funzione biologica materna, costretta nelle istituzioni patriarcali, che più o meno tutti diamo per scontata dalla fine della preistoria in poi, queste Sheela Na Gig ci raccontano qualcosa di diverso...

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  6. Sono immagini che risalgono all'Alto Medioevo, la maggior parte in area celtica.

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  7. Comunque quella è la statua della potta tonsa, da cui il nome Porta Tosa, e rappresenta una donna che si rade il pube. Vale la pena di conoscere le opere che si citano, no?

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