"C'era una volta una strega che abitava in una capanna in mezzo al bosco, vicino ad un vecchio castagno secolare tutto torto e ritorto. Questa strega qui non era bella nè brutta, nè vecchia, nè giovane, nè buona, nè cattiva.E aveva una specialità, sapeva prendersi cura delle donne quando la vita cresceva dentro di loro".
Inizia così Le favole dei nove mesi di Emanuela Geraci, un libro delizioso da sbocconcellare con gusto, piano piano, come un buon pasticcino.
Sono fiabe vere, con tutto il repertorio di misteri, magie, paure, episodi cruenti, prove iniziatiche, metafore che non hanno niente di edulcorato o di nostalgico. Il tema centrale è il divenire madre, ossia quel tema che molto raramente riesce a entrare nella letteratura, quasi che non ne avesse la giusta statura.
Emanuela narra di nausee che indeboliscono le ossa e la volontà, di bambini che spiccano un balzo dai cieli e cadono stralunati sulla terra, di donne intrepide e spaccone, ma anche di donne spaventate e rabbiose. Ci stuzzica con tanto cibo profumato e appetitoso, con birra al miele, focacce, tisane allo zenzero, ricottine, pane appena sfornato. E ci fa ridere con tanta ironia e irriverenza.
Ah.... dimenticavo, Emanuela è una doula!
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