Un pomeriggio d'estate mi sono finalmente guardata "La storia del cammello che piange". Finalmente perchè erano anni che rimandavo.
E' un documentario girato all'interno di una minuscola comunità di pastori accampata nel deserto della Mongolia, composta da donne, uomini, bambine, bambini, capre e cammelli. Una trentina di anime in tutto.
Alcune cammelle sono incinte e prossime al parto. E' un argomento di cui si parla e ci si alza la notte per vedere che tutto vada bene.
Una delle cammelle ha però un parto lungo e doloroso, ha gli occhi pieni di paura e si lamenta giorno e notte. E' molto sofferente e i pastori l'aiutano con fatica a far nascere il camellino.
Sembra che tutto sia finito bene, ma la cammella rifiuta il piccolo, lo caccia quando lui cerca di succhiare il latte e ha sempre quello sguardo pieno di paura che aveva durante il doloroso travaglio, come se fosse rimasta incagliata in quel tempo.
I pastori cercano di convincerla, avvicinando il cammellino alla sua faccia perchè lei possa annusarlo, ma non serve a niente. Si allontana dalle tende e invano il povero cammellino la rincorre.
La vecchia di casa la sa lunga: "Ha avuto un parto difficile ed è il suo primo figlio. Può succedere".
La famiglia decide infine di andare a chiamare un musicista che abita a qualche ora di cammellata nel deserto, e sono due bambini ad andare.
Il musicista arriva in groppa a un motorino scassato, imbracciando uno strumento a corde simile a un violino. Dopo il tè di benvenuto dentro alla tenda, tutta la comunità si siede intorno alla cammella e al musicista. Per prima cosa lui appoggia lo strumento al corpo di lei, e lascia che il vento, passando tra le corde, produca delle vibrazioni e dei deboli suoni. Poi inizia a suonare, mentre una donna della famiglia accarezza amorevolmente il collo della cammella, senza fermarsi mai.
All'inizio la cammella ha il solito sguardo spaventato, ma al tempo stesso è come se qualcosa riuscisse ad attirare la sua attenzione, infiltrandosi in quel tempo in cui pare essere rimasta incagliata.
Il violinista suona e la donna che l'accarezza inizia a cantare.
Ora la cammella ascolta la musica.
Il violinista suona e la donna l'accarezza e canta.
Il cammellino geme, tenta disperatamente di avvicinarsi alla madre, ma un pastore lo trattiene, ha paura che sia troppo presto. Poi lo lascia andare e la cammella per la prima volta non lo caccia. Il piccolo annaspa sotto il ventre della madre alla ricerca del capezzolo e inizia a succhiare.
La cammella ha lo sguardo attento e ad un certo punto dai suoi occhi sgorgano copiose lacrime. Ora il suo sguardo non è più pieno di paura, sembra invece essere tornata da lontano, da un posto che faceva paura. Annusa il piccolo e strofina il muso tra i suoi peli, mentre il musicista continua a suonare.
E' un bellissimo film. Un racconto semplice, pieno di poesia e che ci riguarda, perchè le donne non sono tanto diverse dalle cammelle.
Ma perchè perchè perchè il titolo è "Storia del cammello che piange" e non "Storia della cammella che piange"....????? Perchè?
Io ti adoro! Grazie per queste perle! Lo cercherò! Buona notte..
RispondiElimina