venerdì 19 agosto 2011

Raccontare


Folon

Narrare e ascoltare storie sono sempre stati bisogni fondamentali di noi umani
Tutte le volte che mi chiedono "cosa si può dire alle donne in gravidanza che hanno paura di partorire?" io rispondo sempre che c'è un gran bisogno di racconti. Racconti di parto fatti in prima persona, orali, scritti, letti....che servono a chi li dona e a chi li riceve. Una sorta di "pedagogia della narrazione" applicata a quella speciale esperienza che è dare alla luce un figlio.
Per chi dona, tradurre in parole il proprio vissuto lo fa vivere di nuova vita, lo allontana facendolo diventare una storia, aiuta a prenderne le distanze.  Allo stesso tempo lo riavvicina, facilitando il ricordo. Ricordare significa letteralmente“riportare al cuore”. I ricordi possono essere struggenti, commoventi, dolorosi, strazianti, teneri, ridicoli…...però  portano sempre con sé un’emozione e sono vivi.
Per chi riceve il dono, ascoltare la storia di un parto, felice o drammatico che sia stato, permette di immedesimarsi, di entrare nella concretezza dell'esperienza.  Una storia arriva dove nessun discorso astratto potrà mai arrivare.

A questo proposito segnalo il blog Il mio parto che frequento spesso

7 commenti:

  1. anche io lo leggo spesso, mi piace sopratutto l'idea di equiparare le adozioni al parto biologico, perché anche se il percorso è tutto diverso, sono comunque storie di maternità con pensieri ed emozioni contraddittori, quasi sempre diversi da quelli che una si aspettava!

    adesso ho visto che lo sta leggendo anche qualche sanitario, il dubbio è come sempre che lo leggano solo quelli che sono già "in ascolto" e non avrebbero bisogno, quando invece certi racconti *urlano* un malessere profondo di cui apparentemente non si accorge nessuno.

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  2. Hai ragione, anche a me piace molto il mettere insieme i due percorsi, adozione e parto biologico. E non solo rispetto al momento dell'attesa e quello del parto/arrivo. Io, come madre biologica, ogni volta che ascolto un racconto di adozione scopro che ho tanto da imparare, e certamente è vero anche viceversa. Per esempio il tema del rispetto e dell'accoglienza del bambino che è "altro da te", che ha un suo vissuto e che tu in fondo non puoi mai conoscere mai, è un tema che chi adotta deve affrontare e sviscerare.....

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  3. Marzia, grazie, sono davvero onorata! Hai descritto molto meglio di quanto avrei potuto fare io le ragioni per cui ho aperto il blog: prendere le distanze dalle brutte esperienze come facevamo da bambine raccontando gli incubi, oppure aiutarsi a fissare un ricordo splendido che non vogliamo dimenticare. Grazie per questo post, mi fa piacere che trovi che possa essere una cosa utile.
    Se t'interessa, ho appena postato una "call" di un premio letterario per racconti per mamme e levatrici :-)

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  4. Ho scoperto per caso questo blog e il meraviglioso ruolo della Doula.
    Lascio qui il racconto del mio parto che, oggi, dopo 16 mesi, sono riuscita a scrivere.
    E' triste pensare che, se avessi trovato persone diverse sul mio cammino, adesso sarei anche una Mamma migliore.
    http://finalmentenoi.blogspot.com/2011/09/e-arrivato-il-momento-il-racconto-del.html

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  5. Eli, ho letto il tuo doloroso racconto.
    Non sempre le cose vanno come le si era desiderate, immaginate, programmate. Volere non è potere.
    Se tu avessi incontrato persone diverse forse poteva andare diversamente, sicuramente non ti saresti sentita maltrattata, come effettivamente sei stata. Forse non saresti arrivata al cesareo, forse avresti allattato, chissà.
    Però penso che, attraversando le braci ardenti a piedi nudi come hai fatto, non rassegnandoti a quello che hai subito, cercando dei modi per uscirne, sarai una Mamma migliore di quello che avevi immaginato. Penso che tu già lo sia.
    Saprai difenderti meglio, saprai difendere tuo figlio meglio.... insieme avete imparato qualcosa di importante. E questo è essere una mamma migliore

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  6. Marzia, grazie per le tue parole.
    Mi fanno un gran bene.
    Spero si avverino.

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