Sto leggendo "Il ruggito della mamma tigre" di Amy Chua. L'autrice racconta la propria vita di figlia di immigrati cinesi negli Stati Uniti, mettendo al centro dell’autobiografia le differenze culturali nei rapporti genitori-figli e nello stile di educazione, fra asiatici e americani. Mi aspettavo un moto di indignazione ad ogni pagina, orripilata dall'educazione patologicamente autoritaria, modello campo di rieducazione maoista che mi si era prospettata leggendo le recensioni.
In realtà è un bellissimo libro, che trasuda autoironia e coraggio e affetto materno. In fondo Amy parla di tutte noi madri, piene di fissazioni, di idee irrinunciabili sul modo giusto di far crescere i nostri figli. Lei è estramamente autoritaria, e un'altra magari è estremamente permissiva, ma il succo è che è utile sapere che ci sono altri approcci, altri punti di vista, e che è utile confrontarcisi.
E' un punto di vista inusuale quello di Amy, questo sì, molto spesso non condivisibile, ma sempre arguto. Aiuta a pensare e a prendersi meno sul serio.
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