L’attrice January Jones ha raccontato, in un’intervista rilasciata a People, di essersi mangiata la placenta dopo il parto. Ho postato la notizia su facebook e non ho fatto in tempo a contare fino a trenta che sono iniziati a piovere commenti di ogni tipo, da “ma è cannibalismo!” a “che schifo, adesso vomito”, fino ad arrivare a chiedersi se sia più buona cotta con la cipolla come il fegato alla veneziana o piuttosto come il ragù alla bolognese. Finchè è intervenuta Shoshanna che ci ha regalato un piccolo, delizioso aneddoto. "Vegetariana dall'età di 16 anni, ho fatto un'unica eccezione per assaggiare lo stufato di placenta preparato dalla mia amica. Aveva partorito nel furgone dove abitava, con l'aiuto di un'altra amica, sotto casa nostra a San Francisco , nel 1980 circa. Ah! those were the good old days!”.
Però, a leggere bene la notizia, la bella January non si è divorata la placenta ancora tiepida (come dichiarò invece di avere fatto, a suo tempo, Tom Cruise).
“Ho una bravissima doula che si preoccupa che mangi correttamente, con vitamine, tè, e con incapsulamento di placenta, che viene essiccata e trasformata in vitamine”, ha spiegato.
"Ero un po’ titubante, ma siamo gli unici mammiferi che non ingeriscono la propria placenta”.
A dire la verità, in un tempo non troppo lontano, anche nelle nostre campagne si usava fare un brodo con placenta e pollo, da far bere alla puerpera. In effetti, a parte il brodino, l’umano non la mangia, ma non siamo proprio gli unici, cara January: non la mangiano nemmeno balene, cammelli e foche. In compenso il cavallo, rigorosamente erbivoro, se la mangia.
Perché la maggior parte degli animali è placentofago? E perché l’umano
non lo è? Nemmeno Mark Kristal, che studia l’argomento da decenni, è riuscito a trovare risposte certe.
Quello che sappiamo è che la placenta contiene grandi quantità di sostanze altamente nutritive e di ormoni, ma non sappiamo se sia questa la ragione per cui esiste la placentofagia. Anche perché, se fosse così, dovremmo chiederci perché mai le balene o i cammelli se ne privino.
Comunque sia, ormoni, proteine e vitamine sono le ragioni per cui in America ci sono doule che si sono specializzate nel seccarla e trasformarla in capsule, che poi la mamma usa a suo piacimento, per riprendere forza e per scongiurare la depressione post-partum.
Credulonerie da svalvolate new-age? Moda passeggera? Oppure nutrirsi di placenta fa davvero bene, e dunque si tratta di un'interessante evoluzione, destinata ad avere un seguito?
Non ho elementi sufficienti per saperlo, ma non mi scandalizzo, sono curiosa e sinceramente interessata a capirci di più.
Quando si incominciò a parlare di fare dei centri di raccolta del latte materno, da utilizzare principalmente nei reparti di neonatologia per i nati prematuri, ci furono ugualmente reazioni di disgusto, probabilmente perchè veniva avvertito come qualcosa di troppo privato e troppo corporeo per essere raccolto come fossimo mucche. Oggi nessuno si scandalizza più.
Certo, non si può paragonare il latte materno alla placenta. E' solo per dire che ci si abitua, e quello che prima ci sembrava repellente, finisce col sembrarci normale.
La lettura di questo tuo post stasera mi rincuora. Me ne vado a letto un po' meno angosciata dai soliti furori ideologici. Tullia
RispondiEliminaL'ultimo numero di Midwifery Today (rivista Statunitense per la diffusione della figura dell'ostetrica) è dedicato proprio alla placenta. Alcuni articoli parlano specificamente di placentofagia. Elisabetta, doula
RispondiEliminaIbu Robin Lim nel suo libro sul Lotus Birth sostiene che, in caso di emorragia post parto, dare subito da mangiare la placenta alla madre, aiuta moltissimo nel contenere o arrestare l'emorragia stessa. Roberta, doula
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