Due giorni fa i giornali hanno pubblicato la notizia che in un ospedale di Roma è nato un bambino con il Lotus Birth, ovvero senza il taglio del cordone ombelicale, mantenendo la placenta attaccata al neonato fino a che il cordone non si secca e non si stacca da solo. Cosa che può succedere da tre a dieci giorni dopo. La placenta in quei giorni va naturalmente opportunamente trattata, onde evitare che diventi un vivaio di batteri.
L'ostetrica Ibu Robin Lim ha scritto un libro sulla placenta, per ora disponibile solo in inglese, nel quale evidenzia come i centri energetici che tantissime tradizioni hanno riscontrato all'interno del corpo umano, siano collocati in corrispondenza delle ghiandole endocrine, ovvero i punti con la più alta concentrazione di ormoni. Questi ultimi sarebbero, secondo Robin Lim, il ponte tra la materia e lo spirito, e la placenta, l'organo in assoluto più ricco di ormoni, sarebbe uno tra questi importanti punti energetici.
Molteplici studi sostengono l'importanza di una nascita Lotus almeno parziale, aspettando cioè che il cordone abbia smesso completamente di pulsare prima di reciderlo.
In situazioni di emergenza legata a disastri naturali e ovunque manchi la possibilità di avere acqua corrente e di sterilizzare gli strumenti, il taglio del cordone ombelicale può essere molto più pericoloso rispetto al lasciarlo intatto o reciderlo bruciandolo in circa 10-15 minuti con l'aiuto di due candele. In quei contesti Ibu Robin ha diffuso questo sistema, in modo da prevenire il rischio di morte per tetano.
Il Lotus Birth è una pratica che ha una cerchia di estimatori anche in Italia, e personalmente conosco solo due donne che l'hanno fatto.
Una è un 'ostetrica, mamma di una bella e beata bambina: ne è felicissima, me lo ha raccontato con grande emozione, dicendo che lei, papà e bebè ne hanno tratto grande soddisfazione.
L'altra è una magnifica Gipsy Queen, che aveva progettato il Lotus Birth per la nascita della seconda figlia. Dopo il parto le ho chiesto com'era andata con il Lotus. La risposta è stata che con la placenta è stata antipatia a prima vista, che si è trasformata in intolleranza vera e propria quando già al secondo giorno il cordone è diventato un tubetto grinzo che pareva ferro, ingestibile. La faccenda si è conclusa quando la notte del terzo giorno, dormendo, ha tirato una manata sul cordone rinsecchito della piccola, ponendo fine alla questione! Mummificata, la placenta ha ricevuto una degna sepoltura.....!!!
Trovo che siano entrambe bellissime storie.
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