La gravidanza dura nove mesi, il post partum dura tutta la vita, dice Ibu Robin. Una frase ad effetto, e mi è venuta in mente leggendo questa lettera diffusa da Porpora Marcasciano. Non ho niente da aggiungere, se non che non ne posso più di ricevere appelli contro la cosiddetta "teoria del gender"
Sono la madre di una persona
transessuale MTF.
Vi scrivo perchè ho appreso da alcuni amici che frequentano persone "di chiesa" (Comunione e Liberazione e gli oratori o le chiese di paese) che alcuni preti stanno sostenendo una campagna contro gli omosessuali ed i transessuali al fine di scoraggiare l'accettazione e la tolleranza nei loro confronti.
Ancor peggio, "aizzano" i genitori degli studenti e li terrorizzano (anche nelle prediche delle messe domenicali) dicendo loro che i propri figli non devono partecipare a lezioni scolastiche nelle quali si trattino temi riguardanti l'omosessualità, l'identità di genere, le famiglie arcobaleno, in quanto essi verrebbero "deviati" o "plagiati".
A tal proposito, ed in quanto madre di una persona transessuale, sono rimasta sconvolta da tutto ciò e mi sono sentita colpita nel profondo del cuore e, pertanto, mi accingo a scrivervi sperando che le mie parole possano far comprendere, anche soltanto ad una persona, quanto l'ignoranza, la non conoscenza o il non voler capire possano creare un clima da "inquisizione" che, in un'epoca come la nostra, in cui ci sentiamo tutti così fieri del nostro sapere, in cui tutti crediamo di essere così emancipati ed evoluti, è veramente tragico.
Comprendo pienamente che l'omossessualità e la transessualità siano temi molto delicati, soprattutto per bambini ancora piccini, ma non penso che degli insegnanti con buon senso si sbizzarriscano su tali temi con tanta incoscienza o leggerezza e suppongo, quasi con certezza, che non lo faranno neppure.
Non sono una madre "militante", ho vissuto la mia storia di madre "trans" in solitudine ed oggi vivo con fierezza ed onestà questa situazione e, per questo, le persone non hanno mutato la loro stima nei miei confronti e rispettano mia figlia e la nostra famiglia.
Ho trascorso anni di dolore nel rifiuto di un figlio che odiavo e che ritenevo un "diverso" e di cui mi vergognavo tremendamente.
Ho percorso una strada dolorosa, tortuosa, sconosciuta, in solitudine totale. Ho pianto, ho picchiato pugni, ho sbattuto porte, ho implorato, ho supplicato affinchè qualcuno mi spiegasse perchè questo figlio fosse capitato proprio a me. Mi chiedevo dove avessi sbagliato. Mi chiedevo perchè il signore mi avesse punita così.
Vedevo mio figlio soffrire, piegarsi al dolore, vergognarsi, nascondersi, deriso ed additato ed io, sua madre, rimanevo inerte a guardare per vergogna, per paura del giudizio degli altri, per pregiudizio, per ignoranza.
Poi, dopo un percorso lungo e doloroso, ho ritrovato mio figlio che ora è figlia. Ho avuto il coraggio di "scavare" dentro di me, di guardare "oltre", ho voluto capire per amore, solo per amore.
Oggi sono una madre orgogliosa e fiera di mia figlia perchè è una persona buona, onesta, vera. E' mia figlia!
Perciò, vorrei dire a tutti coloro che "hanno paura" del "diverso", a tutti i genitori che hanno figli etero e, perciò, si sentono privilegiati ed "eletti", a coloro che ignorano e, quindi, non sanno, a coloro che deridono, ai preti che terrorizzano, che il rispetto della persona umana è la conquista più grande che un individuo possa fare.
Io ce l'ho fatta ed è stata un'esperienza bellissima, un arricchimento interiore, una conquista faticosa, ma unica, perciò invito tutti a rispettare ed a capire ed a non lasciarsi trascinare da vecchi pregiudizi e rancori.
La mia famiglia è una famiglia come tutte le altre e come tale la viviamo e ne siamo fieri.
Mio marito ed io siamo genitori che amano i propri figli senza distinzione.
Spero che ciò faccia riflettere i "benpensanti" ed i preti di cui sopra.
Anna.
Vi scrivo perchè ho appreso da alcuni amici che frequentano persone "di chiesa" (Comunione e Liberazione e gli oratori o le chiese di paese) che alcuni preti stanno sostenendo una campagna contro gli omosessuali ed i transessuali al fine di scoraggiare l'accettazione e la tolleranza nei loro confronti.
Ancor peggio, "aizzano" i genitori degli studenti e li terrorizzano (anche nelle prediche delle messe domenicali) dicendo loro che i propri figli non devono partecipare a lezioni scolastiche nelle quali si trattino temi riguardanti l'omosessualità, l'identità di genere, le famiglie arcobaleno, in quanto essi verrebbero "deviati" o "plagiati".
A tal proposito, ed in quanto madre di una persona transessuale, sono rimasta sconvolta da tutto ciò e mi sono sentita colpita nel profondo del cuore e, pertanto, mi accingo a scrivervi sperando che le mie parole possano far comprendere, anche soltanto ad una persona, quanto l'ignoranza, la non conoscenza o il non voler capire possano creare un clima da "inquisizione" che, in un'epoca come la nostra, in cui ci sentiamo tutti così fieri del nostro sapere, in cui tutti crediamo di essere così emancipati ed evoluti, è veramente tragico.
Comprendo pienamente che l'omossessualità e la transessualità siano temi molto delicati, soprattutto per bambini ancora piccini, ma non penso che degli insegnanti con buon senso si sbizzarriscano su tali temi con tanta incoscienza o leggerezza e suppongo, quasi con certezza, che non lo faranno neppure.
Non sono una madre "militante", ho vissuto la mia storia di madre "trans" in solitudine ed oggi vivo con fierezza ed onestà questa situazione e, per questo, le persone non hanno mutato la loro stima nei miei confronti e rispettano mia figlia e la nostra famiglia.
Ho trascorso anni di dolore nel rifiuto di un figlio che odiavo e che ritenevo un "diverso" e di cui mi vergognavo tremendamente.
Ho percorso una strada dolorosa, tortuosa, sconosciuta, in solitudine totale. Ho pianto, ho picchiato pugni, ho sbattuto porte, ho implorato, ho supplicato affinchè qualcuno mi spiegasse perchè questo figlio fosse capitato proprio a me. Mi chiedevo dove avessi sbagliato. Mi chiedevo perchè il signore mi avesse punita così.
Vedevo mio figlio soffrire, piegarsi al dolore, vergognarsi, nascondersi, deriso ed additato ed io, sua madre, rimanevo inerte a guardare per vergogna, per paura del giudizio degli altri, per pregiudizio, per ignoranza.
Poi, dopo un percorso lungo e doloroso, ho ritrovato mio figlio che ora è figlia. Ho avuto il coraggio di "scavare" dentro di me, di guardare "oltre", ho voluto capire per amore, solo per amore.
Oggi sono una madre orgogliosa e fiera di mia figlia perchè è una persona buona, onesta, vera. E' mia figlia!
Perciò, vorrei dire a tutti coloro che "hanno paura" del "diverso", a tutti i genitori che hanno figli etero e, perciò, si sentono privilegiati ed "eletti", a coloro che ignorano e, quindi, non sanno, a coloro che deridono, ai preti che terrorizzano, che il rispetto della persona umana è la conquista più grande che un individuo possa fare.
Io ce l'ho fatta ed è stata un'esperienza bellissima, un arricchimento interiore, una conquista faticosa, ma unica, perciò invito tutti a rispettare ed a capire ed a non lasciarsi trascinare da vecchi pregiudizi e rancori.
La mia famiglia è una famiglia come tutte le altre e come tale la viviamo e ne siamo fieri.
Mio marito ed io siamo genitori che amano i propri figli senza distinzione.
Spero che ciò faccia riflettere i "benpensanti" ed i preti di cui sopra.
Anna.
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