Ieri sera abbiamo organizzato una
serata per parlare di nascita, in una bellissima location dal nome
suggestivo: Gabbia del leone.
Tra gli altri, c'erano una coppia di
guerrieri gioiosi, una madre in attesa delicata come la rugiada,
un'altra nella pienezza della maturazione, un'altra ancora molto
riflessiva e per la prima volta dall'altra parte dello specchio. E
c'erano uomini, padri, colmi della vicinanza con il mistero della
vita che si compie.
La donna rugiada è inglese, e il suo
compagno ha detto che a lei piacerebbe partorire in Inghilterra,
perchè pensa che in quel momento desidererà essere immersa nella
sua lingua madre. Mi è sembrato un pensiero profondissimo.
La procreazione è un tempo lungo, ci mette tanti mesi per compiersi, e la nascita è sempre straordinaria. Non
è un evento paradisiaco nè zuccheroso, non è una sinfonia di
violini con cascata di petali di pesco. La sua assoluta bellezza sta
tutta nel contenuto intrinseco di verità, di cruda realtà. Sta
nelle sue ombre, nelle sue imperfezioni, nei suoi controtempi. Sta
nella lunga gestazione che richiede, nella speranza, nei sogni, nel
desiderio, nella paura, nel navigare a vista.
Così... pensieri in libertà. Dopo
tanto tempo che non scrivo, riparto da qui.
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