sabato 14 luglio 2012

Alternative all'aborto ??


La Regione Veneto discute su una proposta di legge, presentata per iniziativa popolare, sulle “alternative all’aborto”.  In agosto ci sarà un convegno sullo stesso tema, organizzato da Ai.Bi .
Che significa “alternative”?
Per conto mio significa mettere le mani, e il becco, sulla libertà procreativa delle donne, sulla sovranità sul proprio corpo e sull’inviolabilità della libertà di coscienza. Significa insomma  voler mettere le mani sulla legge 194, che garantisce questo diritto.
Chiamiamo le cose con il nome giusto. Se si vogliono fare delle politiche a sostegno della maternità, ben vengano….. personalmente ne sarei felicissima. Ci sono già bellissimi progetti di legge che sono stati presentati in passato, mai approvati in via definitiva. Si possono riprendere in mano, senza nemmeno fare troppa fatica.
Se ci si vuole chiedere se non ci sia bisogno di fare campagne di informazione più efficaci sui metodi anticoncezionali, ben venga pure questo, credo ce ne sia un gran bisogno.
Se si vuole dare maggiore informazione su cosa garantisce lo Stato per poter partorire nell’anonimato, per diffondere la cultura e l’esperienza dell’accoglienza, ben venga.
Ma queste non sono, e non devono essere, politiche per offrire “un’alternativa” all’aborto. Se io scelgo di abortire, entro i limiti che la legge mi consente e per ragioni che non devo stare a spiegare a nessuno se non ho voglia di farlo, nessun moralizzatore sociale deve metterci becco.  Parlare di “alternativa” significa entrare come un bulldozer in uno spazio intimo e invalicabile.
Se invece sono io che non vorrei abortire ma sono in una situazione di difficoltà, allora si parla, appunto, solo di sostegno alla maternità.


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