mercoledì 11 luglio 2012

Ostetriche Libere Professioniste

foto di Thomas Hawk

Vorrei segnalare il blog delle Ostetriche Libere Professioniste (OLPI), ovvero una comunità, come si autodefiniscono, di ostetriche libere professioniste.  Insieme, ci dicono,  cercano di lavorare per migliorare il percorso nascita e lo stato di salute delle donne. Encomiabile intento, certo, ma ancora più encomiabile è che le loro non sembrano solo buone intenzioni e belle parole.
Il blog è innanzitutto ricchissimo di informazioni e spunti di riflessione, ed è utile non solo a chi cerca un'ostetrica libera professionista, ma anche a chi si affaccia sul misterioso mondo della nascita e cerca di raccapezzarsi. La cosa però che più ho apprezzato è la Carta Etica.
Mi piace che il concetto chiave del documento sia il rispetto. Rispetto per la donna in gravidanza (definita "cittadina che richiede un servizio di assistenza"), rispetto per la sua famiglia, per le sue scelte, per le sue necessità di comprensione, per i bisogni del nascituro, rispetto per le le altre figure sanitarie e per i ruoli di ognuno. A me pare che "rispetto" sia una parola bellissima, che a torto da taluni viene avvertita come una parola troppo fredda, quasi formale. 
Quando una donna è in gravidanza, di solito percepisce una propria vulnerabilità. Vuoi perchè vive una condizione sconosciuta, vuoi perchè la fanno sentire così gli altri, vuoi perchè generando una nuova vita ci si scopre fragili nel non essere più sole. In questo particolare stato di confine tra un sè conosciuto e un sè sconosciuto, essere rispettata ti fa sentire protetta. 
Nei confronti degli altri professionisti coinvolti nell'evento, la ricerca di collaborazione e il rispetto dei ruoli mi sembrano ingredienti essenziali per creare un clima di serenità e di fiducia intorno alla donna, sia essa gestante, partoriente o puerpera.
Come doula, non posso che apprezzare l'articolo 6, che tra le altre cose dice che "il ruolo della OLPI non è quello di chiusura e di ostracismo, ma è quello di apertura e di condivisione rispettosa sia della donna (che esprimendo un bisogno importante che l’istituzione non ascolta, si rivolge dove riceve il supporto di cui ha necessità), sia di coloro i quali aiutano la donna. Il dialogo, l’apertura e il confronto, atto a creare un rapporto professionale con tutti coloro i quali lavorano, sono i mezzi migliori per creare non solo legami personali e professionali arricchenti, ma anche momenti di scambio e di confronto che portano ad un rispetto reciproco delle capacità e della formazione".
La vulcanica Rachele Sagramoso, firmataria del documento e responsabile del Comitato Etico, mi ha scritto che spera che potrò vedere le ostetriche OLPI un po' come la Fulgeri, forse un po' più dolci di lei.
Cara Rachele, in effetti la Fulgeri non era dolce per niente. Era anzi una donna piuttosto rude, la dolcezza non apperteneva a lei e nemmeno alla cultura in cui era cresciuta. Ben vengano dunque ostetriche che sanno essere dolci, perchè oggi ne abbiamo bisogno. Però aveva due grandissime qualità: era molto rispettosa e sapeva come creare le relazioni, oltre naturalmente a un'altissima competenza professionale.  Dunque, siete sulla buona strada!
Vi auguro di cuore buon lavoro, e spero che il vostro spirito collaborativo sia contagioso...


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