Vecchia pubblicità del latte Nestlè, in cui si spiega come il latte materno sia una delle principali cause di malattia dei neonati
I medici hanno studiato, hanno sostenuto tanti esami e insomma ne sanno.
Per questo, quando mi sono trovata davanti al dottore che stava visitando una puerpera con ingorgo mammario e gli ho sentito dire "prenda gli antibiotici che le prescrivo, altrimenti si trasforma in mastite, e se si trasforma in mastite deve smettere di allattare" non ho potuto fare a meno di intervenire.
"Veramente con la mastite si può continuare ad allattare. Non lo dico io e nemmeno la Leche League, ma il Centro di Senologia dell'ospedale Bellaria". Questo Centro, per chi non lo sapesse, è un'autorità in materia, mica una setta di fanatici. Lui si è seccato assai, e ha fatto una descrizione splatter di seni che gocciolano latte purulento, infettando il neonato.
Mi sono risparmiata di chiedergli come mai prescrivesse antibiotici a scopo preventivo, visto che per sua stessa diagnosi si trattava di ingorgo mammario e non di mastite. Mi sono risparmiata anche di chiedergli se usasse sempre argomentazioni tanto rassicuranti per incoraggiare le puerpere.
Ma, almeno sapere che con la mastite si può allattare...
troppo spesso chi ha a che fare con le mamme non è mamma e non sa come funziona naturalmente le cose.
RispondiEliminaIo però mi aspetto corretta informazione da un medico, anche se è una donna senza figli, anche se non ha mai allattato, anche se è un uomo.....
Eliminaperò mi sembra che la pubblicità compari l'uso di latte *animale* con quello di latte in polvere. non per difendere la nestlè PER CARITA' :) e certamente il messaggio è volutamente ambiguo nel non menzionare nemmeno il latte materno, però si parla della pericolosità dell'uso di latte "impuro" animale, di mucca, pecora etc... rispetto alla sicurezza di un latte artificiale a cui va aggiunta solo acqua, o mi sbaglio?
RispondiEliminaIn effetti hai ragione Maria, la pubblicità non nomina il latte materno, pensa che nemmeno me ne ero resa conto. L'ambiguità del messaggio, a cui viene associata l'immagine di una mamma e non di una pecorella appena munta, veicola ciò che le parole non dicono
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