martedì 2 ottobre 2012

Festa dei nonni


 foto di Maria Mazzoli

Oggi 2 ottobre è la festa dei nonni, "una ricorrenza civile introdotta in Italia con la Legge 159 del 31 luglio 2005, quale momento per celebrare l'importanza del ruolo svolto dai nonni all'interno delle famiglie e della società in generale", come recita Wikipedia.
Vabbè, dovrei essere contenta, è la mia festa, anche se sono un po' risentita dal mancato doodle speciale di Google.
Però ho un senso di spaesamento, e cercherò di spiegarmi.
Normalmente, quando si parla di sessantenni e oltre, oggigiorno si mette in luce il loro dinamismo e la loro voglia di vivere, in controtendenza con i loro coevi di qualche decennio fa. I neurobiologi ci hanno spiegato che i neuroni si rigenerano sempre, fioriscono università per la terza età, le agenzie di viaggio si specializzano in offerte per arzilli pensionati, la chirurgia plastica concella i segni dell'età dai volti e persino dai genitali, si aborre la parola "anziani".

In contemporanea, quando si parla dei Nonni con la N maiuscola, eccoli tutti diventare degli assennati e tranquilli anziani, con il sorriso bonario e tanta pazienza, sempre disponibili. L'iconografia li prevede rigorosamente in coppia, mica si separano loro, seduti mano nella mano nella panchina del parco, sul viale del tramonto della loro vita. Nonni che non hanno altro da fare che stare con gli amati nipotini, raccontando loro storie del mondo che fu.
Si dice che siano insostituibili nella vita delle famiglie, vuoi perchè i posti al Nido non ci sono, vuoi perchè comunque costano troppo, vuoi perchè si preferisce "rimanere in famiglia". Parrebbe un idillio, quello del triangolo genitori-nonni-nipoti, e invece ecco i malefici forum di mamme esasperate da madri e suocere invadenti e giudicanti. Avranno le loro buone ragioni.
Ed ecco in risposta le esortazioni a non entrare in conflitto con i nonni, a rispettare le loro relazioni con i nipoti, l'importanza del loro ruolo nel trasmettere il sapere. E del resto non sono pochi i nonni che si fanno carico interamente dei nipoti.
Poi non possiamo dimenticare tutti quei nonni che i loro nipoti li vedono più su Skype che in carne ed ossa.
Intendiamoci, le contraddizioni sono il sale o, per meglio dire, sono il motore stesso della vita. Nonni dinamici e assetati di vita sono anche felicemente nonni di felici nipoti. Nonni visibili solo nello schermo del computer hanno i loro momenti di gloria. Nonni gentili e amorosi possono anche essere invadenti. Madri e padri altrettanto amorosi possono anche essere ostili per egoismo.
Mi piacerebbe che questa festa dei nonni potesse essere l'occasione per riflettere su su tutte queste contraddizioni. E per noi doule in particolare, visto che ci definiamo come coloro che fanno da madre alla madre e visto che entriamo nelle case e nei delicati equilibri familiari in un momento speciale: quando nasce un bambino nasce una madre, nasce un padre e nascono pure i nonni.
Poichè Google stamattina mi ha molto deluso, per festeggiare tutti i nonni concludo raccontando una bella storia.
Il mio nipote più piccolo ha cinque anni, adora giocare con i videogiochi on-line, però è piccolo e chiede continuamente supporto. Io non glielo do mai, perchè detesto i videogiochi e soprattutto non ci so giocare. Ogni volta è una lite, e lo ammorbo con il rosario del "ma perchè non fai altri giochi, tra poco spegni che non mi piace che stai inchiodato davanti a uno schermo, è inutile che lo chiedi a me, quando ero piccola questi giochi non esistevano nemmeno, io non ci capisco niente, non potresti giocare con i Lego".
Poi un giorno mi chiede solo di guardare perchè non funziona un certo tasto. Vado a vedere, e cerco di decifrare il meccanismo del gioco, che prevede di fare incontrare due panda attraverso complicate geometrie. Prima mi incuriosisco, provo a capire come funziona, poi mi appassiono. Spingo mio nipote via dalla sedia e mi metto a giocare. Lui si siede accanto, e insieme discutiamo le strategie. Dopo due ore arrivo al trentanovesimo livello del gioco, e lui ogni volta esulta, gridando forte.
Finchè sbotta in un "anch'io voglio diventare una nonna come te!", a squarciagola.
Son soddisfazioni!

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