mercoledì 23 marzo 2011

Il primo suono

Leggendo Bruce Chatwin ho imparato che nella cultura aborigena, come d'altronde in moltissime culture, il rapporto sessuale non veniva collegato al concepimento. Naturalmente un uomo sapeva benissimo chi era il proprio padre. Tuttavia esisteva in aggiunta una sorta di paternità parallela che legava la sua anima a un punto particolare del paesaggio. Si credeva che un Antenato, mentre percorreva il paese cantando, avesse lasciato sulle proprie orme una scia di cellule di vita, o bambini spirito. Una specie di sperma musicale.
Nei miti aborigeni sull'origine del mondo, ci sono vecchi che escono dal profondo buio della terra, spalancano gli occhi alla prima luce, si staccano di dosso il fango e gridano il loro nome. E quel grido crea il mondo.
Nessuno è più simile a un vecchio di un neonato che sta uscendo dal grembo materno. Con il suo viso preistorico, anche lui vede la prima luce e si stacca dalla placenta/fango. Anche il neonato, insieme al respiro, grida e sancisce il suo ingresso nel nostro mondo.
E' interessante notare che nei miti della creazione, la fonte dalla quale emana il mondo è sempre una fonte sonora.
Nel profondo del grembo materno, abbiamo vissuto i primi nove mesi della nostra esistenza immersi in un universo di suoni. L’orecchio, già sensibile e attivo fin dalle prime settimane dell’embrione, svolge un ruolo di vero e proprio organizzatore della struttura psicofisica del bambino e della vita affettiva e di relazione.
Alla nascita il nostro grido, il primo vagito, afferma la nostra esistenza nel mondo. Il passaggio tra i due mondi è avvenuto, e il respiro e la voce nascono in noi.

2 commenti:

  1. Madri Sane, Terra Felice ho guardato l'intervista, finalmente un commento sereno e 'non giudicante' sul cesareo, ce n'è un grande bisogno!

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  2. Sì, anch'io l'ho trovato molto bello. Direi anche non consolatorio

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