lunedì 26 novembre 2012

Giocare alla mamma


Un paio di giorni fa sono stata a guardare una bambina di tre anni e mezzo che giocava. Come tante bambine di tutti i tempi e di tutte le latitudini, giocava a imitare la mamma.
Ha sistemato un cuscino in verticale e davanti ci ha messo un puzzle rettangolare perfettamente montato, poi si è sistemata un panchetto davanti e si è seduta.
"Questo è il mio computer, non lo toccare" mi ha detto, e si è messa a ticchettare su tasti immaginari nel puzzle-tastiera, guardando il cuscino-schermo. Poi ha preso un bastoncino e si è messa a tracciare strani geroglifici sul tavolo, accanto all'immaginaria tastiera.
"Che stai facendo?" le ho chiesto
"Disegno una mappa. Dopo devo andare a una riunione"
Poi si è alzata, ha preso il suo biciclino, ha salutato con la mano e ha gridato:
"Ciao, io vado a Bologna" ed è scomparsa nel corridoio.
Ai miei tempi, giocare a imitare la mamma voleva dire cucinare, cullare un bambolotto, cambiare i vestitini a Ciccibum, andare a fare la spesa. Anche chi era figlia di una donna che lavorava, nello spazio domestico erano queste le principali attività della mamma.
Decisamente, i tempi sono cambiati.

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