Blog di Marzia Bisognin, presidente del Melograno di Bologna. Ci occupiamo di accompagnare la maternità e la genitorialità con cura. Con corsi preparto, incontri a tema e spazi dedicati, ci impegniamo a fornire un ambiente accogliente e inclusivo per le famiglie, aiutandole ad affrontare il percorso della nascita e della crescita in modo consapevole e rispettoso
mercoledì 27 marzo 2013
Nascita di Mammadoula
E' nata, è nata !!!!!!!!!!!
Con emozione e trepidazione vi annunciamo che mammadoula è ora un'associazione nazionale!
In questa nuova avventura sono rimasti immutati il nostro entusiasmo e il nostro impegno nell'essere doule a fianco delle donne, ma con la nuova forma potremo offrire nuove opportunità sia alle doule che alle donne da loro accompagnate.
Vuoi saperne di più?
Scrivi a mammadoula@mammadoula.it
mercoledì 20 marzo 2013
Parliamo della campagna per la difesa del latte materno
Va bene,
parliamone.
Cosa vogliamo dire della Campagna Nazionale per la difesa del latte materno dai contaminanti ambientali?
Premetto che
la frase d’esordio del Manifesto “Il
latte materno è un Bene Comune di inestimabile valore” mi fa venire l’orticaria.
Il corpo della donna non è mica un giardinetto pubblico, un luogo di cui tutti
possono e devono gioire e prendersi la responsabilità. E non lo è nemmeno il
latte che quel corpo produce, abbiate pazienza.
Ma andiamo
alla sostanza del Manifesto. Non riesco
a capire la ragione di fare una battaglia specifica sull'inquinamento del latte
materno. Se è intossicato quello, saremo intossicati in ogni parte del nostro corpo,
così come saranno intossicati i pomodori , la lattuga, le mele, le pere, il latte delle mucche e il Parmigiano Reggiano
di cui ci nutriamo.
Un ricercatore
nel campo dei contaminanti ambientali, tal Walter Rogan, insieme ai suoi colleghi, a partire dal 1981 e per quindici anni ha
effettuato uno studio prospettivo continuo su madri del North Carolina e i sui
loro bambini. Chi ha voglia può leggersi tutto l’articolo che racconta
dettagliatamente i risultati della ricerca, comunque il succo è che i bambini allattati, anche quelli esposti ai
limiti massimi di contaminanti ritenuti presenti nel latte materno, ricevono
molti più benefici piuttosto che danni.
E del resto lo dice
anche il Manifesto suddetto: “Lanciando questo allarme non vogliamo in alcun
modo disincentivare le mamme dall’allattamento al seno, perché ciò
provocherebbe un ulteriore danno alla salute di mamme e bambini: gli studi ad
oggi effettuati in vari paesi dimostrano che, anche in ambienti inquinati e
quindi a parità di esposizione in utero, i bambini non allattati al seno hanno
peggiori esiti di salute rispetto ai bambini che ricevano il latte materno
anche se contenente sostanze tossiche”.
Dunque???? Cos'è che mi sfugge?
Si afferma che il latte materno può essere un sistema
semplice, non invasivo e su base volontaria per misurare l’accumulo di schifezze
nel corpo umano. Va bene, monitoriamolo. Facciamo pure una campagna per invitare le
madri nutrici che abitano in zone molto diverse tra loro a offrire un campione
del loro latte per conoscere l’impatto che quel territorio ha sui corpi che lo
abitano. Ma i dati che poi ne ricaviamo non usiamoli per dire che il riciclo
dei rifiuti proteggerà il latte materno, ma piuttosto che migliorerà la salute
di tutti coloro che vivono lì, anche se non ciucciano più latte di mamma da
decenni.
Non sono una scienziata né un’agronoma ma sono
cresciuta quando in casa si spruzzava DDT come se piovesse, i pesticidi con cui
si irroravano i campi erano ben più tossici di quelli attuali, e i coloranti
nell'industria alimentare non avevano regolamentazione. Intendiamoci, cerchiamo di fare tutto quello
che possiamo per tutelare la salute della terra che abitiamo, però qualche volta
proviamo a vedere che non tutto va sempre e solo peggio di prima. Chi fa della ricerca non è sempre pagato dalle multinazionali cattive per recar danno a noi, popolo dei consumatori.
Ma quello
che davvero non mi piace di questo Manifesto, e di questa campagna, è il
messaggio di paura e di sfiducia che sottilmente trasmette.
In India si
dice che una donna incinta dovrebbe essere circondata solo di bellezza, e direi
che sarebbe bello ampliare quest’idea anche alla madre che si prende cura del
neonato e che lo nutre. Avvertire il proprio corpo come portatore di diossina, heptachlor
e derivati organici del cloruro non è esattamente rassicurante, specie dopo che
si è uscite da una gravidanza gravata da esami per scongiurare eventuali
malformazioni, minacciose ritenzioni idriche e ipertensioni, anemie
preoccupanti o diminuzione del liquido
amniotico.
Non potremmo sottolineare il potenziale protettivo delle
madri, del loro corpo, del loro latte, del loro amore? Non potremmo tutelare i loro sogni, le loro fantasie di onnipotenza, anzichè insinuarci nella loro vulnerabilità?
giovedì 14 marzo 2013
Tutto parla di voi
dal sito Tutto parla di voi
Dopo una lunga latitanza dal
blog, torno per segnalare un bellissimo progetto, ispirato al film di Alina
Marazzi "Tutto parla di te" (CLICCA QUI per vedere il trailer).
Il film non l'ho ancora visto, a
Bologna uscirà ad aprile, ma so che affronta temi che ho molto a cuore, ovvero
la maternità e i sentimenti contrastanti che genera nelle donne. Non vedo
l'ora, come immagino tutti quelli che conoscono il lavoro di Alina
Marazzi. Io me ne sono innamorata quando ho visto "Un'ora sola ti
vorrei".
Ma torniamo al progetto.
L'idea è quella di tentare un
esperimento di narrazione collettiva, per parlare di maternità e del diventare genitori sfatando i tanti luoghi comuni che ci ammorbano, dalla mamma perfetta e
impeccabile alla famigliola del Mulino Bianco. Come si legge sul sito,
"uno spazio vivo dove poter visualizzare luci e ombre della maternità, con
ironia, risate, scambi di esperienze e di pensieri, anche quelli più
scomodi".
Da sempre penso che narrare e
ascoltare storie siano bisogni fondamentali degli esseri umani, e che le storie
aiutino a riflettere e comprendere meglio certi passaggi della vita. Una
storia arriva dove nessun discorso astratto potrà mai arrivare.
La nascita, il parto, i primi
passi delle madri, sono sempre rimasti esclusi dalle Grandi narrazioni, quelle
con la G maiuscola, temi relegati allo spazio privato e intimo, quando non
privati della parola stessa. E sono rimasti esclusi anche dal Grande dibattito,
sempre con la G maiuscola, come fossero temi che riguardano solo le donne, anzi
solo le donne che sono madri, e magari gli addetti ai lavori (ostetriche,
psicologi, pediatri, doule, assistenti sociali e chi più ne ha più ne metta).
La parola "ricordare"
significa letteralmente "riportare al cuore". I ricordi possono
essere struggenti, commoventi, dolorosi, strazianti, teneri,
ridicoli…...però raccontano una storia portando sempre con sé un’emozione viva.
Dunque
andate sul sito e raccontate. Le storie
saranno raccolte in una prima fase fino al 15 febbraio (ma ho come l'impressione che sia stato posticipato), momento in cui verranno
pubblicate sul sito definitivo del webdoc in un'apposita sezione partecipativa.
A partire da quel momento sarà possibile caricarne altre che andranno on line immediatamente a comporre l'intero mosaico.
Clicca per "Tutto parla di voi" su facebook
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