lunedì 17 giugno 2013

Mammiferi



foto Sean Dreilinger



"La funzione primaria dell'accudimento come variabile affettiva è quella di garantire contatti corporei frequenti e intimi dell'infante con la madre. Certamente, l'uomo non vive di solo latte."

Lo scriveva Harry Harlow nel 1958 dopo avere concluso il famoso esperimento sulle scimmiette. Per chi non lo conoscesse già, alcuni cuccioli di scimmia furono separati dalla madre e vennero chiusi in gabbia con due sostituti materni: uno di peluche,  morbido e riscaldato, che non forniva latte e l’altro freddo, metallico, ma che erogava latte. Tutti i cuccioli mostrarono di preferire il surrogato di peluche, gli si aggrappavano con forza, arrivando in certi casi persino al rifiuto di fare i pochi passi per accedere al nutrimento, fino alla morte per denutrizione.


Tra il cucciolo di scimmia e quello di umano ci sono delle differenze, certo, ma gli istinti primari sono quelli. Ad esempio, il riflesso di prensione palmare dei nostri neonati è un ricordo di quando ci aggrappavamo con forza alla pelliccia della mamma, che altrimenti ci perdeva nella foresta.
Il primo libro di Michel Odent pubblicato in Italia si intitolava "Il bebè è un mammifero", e rispettava l'originale "Votre bébé est le plus beau des mammifères". Pochi anni fa è stato ripubblicato con un titolo diverso, "Abbracciamolo subito!". Io me lo sono comprato, pensando fosse un testo nuovo, e man mano che leggevo mi convincevo che Odent non riusciva più a dire niente che non avesse già detto. E' anziano, succede.... ma insomma, anche gli stessi esempi....! Arrivata a metà mi è venuto il dubbio, e ho capito.
Che peccato. In quel titolo c'era tutto il senso del libro: siamo mammiferi, abbiamo bisogni primari che appartengono alla storia della nostra specie.... riconosciamoli, concediamoci di farli affiorare, godiamoceli, perchè ci guadagneremo tutti. L'amore incomincia così.
Invece in quel "abbracciamolo subito", completato da un imperativo punto esclamativo, c'è odore di amore senza se e senza ma

Ma che cos'è l'amore? Come incomincia? E può l'amore essere senza se e senza ma?



 

sabato 15 giugno 2013

Pelo pubico

l'autoscatto di Anastasia Chernyavsky

Qualche giorno fa è girato un post su facebook a proposito del pelo pubico, a cui hanno fatto seguito simpatiche e interessanti riflessioni.
Tutto è nato da un disegno dell'artista Skid Staniak che ritrae una porzione del corpo di una ragazza, dall'ombelico alla coscia, la quale indossa un paio di pudici slip. Ma da questi slip  spuntano i peli pubici, ai lati e sopra. L'opera ha causato un certo scandalo tra il popolo della rete, e si sono tirati in ballo concetti come decoro, eleganza, bellezza, decenza, ridicolo, igiene, comodità. Questa reazione ha causato un certo scandalo tra il popolo della rete, e si sono tirati in ballo concetti come femminismo, autodeterminazione, libertà di espressione, salute.

Poi è successo che un autoscatto della fotografa Anastasia Chernyavsky in cui si ritrae nuda, con i figli nudi e una goccia di latte che le sgorga da un capezzolo, è stata censurata da facebook. Nel giro di pochi giorni è sparita da tutte le bacheche (anche dalla mia) con relativi commenti, e anche su internet ormai se ne trovano solo versioni tagliate sopra il pube. Quella che metto qui l'ho trovata su un sito spagnolo, tagliata un poco meno delle altre.
Elena ha ipotizzato che lo scandalo siano i peli pubici, e credo abbia ragione, anche se quella goccia di latte.... beh insomma, un corpo che emette umori umidicci.....sappiamo che può turbare. C'è chi è turbato dal sudore, chi dall'urina, chi dalla saliva, chi dal sangue mestruale, chi dal latte materno, chi dallo sperma, chi da tutto insieme. E non è forse per questo che si lavano i neonati appena venuti al mondo, per togliere ogni traccia di umori corporali?
Tornando ai peli pubici, è evidente che suscitano interesse, sia che vengono soppressi, sia che invece vengano coltivati con amore.

Sgombro il campo da considerazioni quali che "le donne si assogettano al gusto maschile e ai canoni imposti dall'alto dell'industria estetica", perchè non ci credo, e cerco di avere uno sguardo panoramico, puramente descrittivo.
Quando ero bambina, sentivo dire che le donne pelose piacevano (donna baffuta, sempre piaciuta). Donne di carattere, che a letto sapevano divertirsi..... vabbè sono emiliana e dalle mie parti questo è sempre stato un valore assoluto. Alle scuole medie, della professoressa che accavallava le gambe i ragazzi cercavano di vedere "il pelo", come dicevano senza peli sulla lingua.  Io invece, come tante altre in quegli anni, amavo le donne esili, con poco seno e senza pelo sul labbro superiore e sulle gambe. I passi per allontanarci dalla nostra scimmità si stavano velocizzando, ma il pelo pubico restava pur sempre un luogo ancora selvaggio, arcaico, e tra amiche il grado di allontanamento dall'infanzia lo si misurava a numero di peli. In mezzo a quella pelliccia che andava formandosi succedevano cose molto interessanti e quando ho partorito la scimmia insita in me ha avuto la massima libertà di espressione.
Oggi, a distanza di appena quarant'anni dalle mie scuole medie, tante donne giovani si rasano il pube completamente. Un'amica ginecologa mi racconta che raramente vede pelo giovane, e spesso le capita che una ragazza si scusi per non essersi ben depilata.
Alcuni uomini che hanno superato la sesta decade sono intervenuti su facebook colmi di stupore "Ma veramente le donne si depilano il pube...???" . Che teneri...
C'è chi ha detto "ma perchè le donne devono essere glabre e gli uomini selvaggiamente pelosi?". A dire il vero gli uomini giovani che si depilano le sopracciglia, la schiena, il petto e le gambe sono tanti. Basta poi andare in una spiaggia per nudisti un sabato pomeriggio per vedere che anche i loro peli pubici stanno perdendo appeal.
Una donna è intervenuta facendo notare come da giovane ti dovresti togliere tutti i peli, con grande dispendio energetico, e poi quando invecchi e i peli li perdi naturalmente, non ti guarda più nessuno.
Il mondo visto dalla prospettiva del pelo....
La storia umana la si può vedere come una storia di peli che si estinguono e probabilmente un giorno incominceremo a nascere completamente glabri. E' l'evoluzione, bellezza.
Le donne hanno forse incominciato per prime a velocizzare questo processo, almeno dalle nostre parti.
Tenersi un po' di pelo tribale è un segno attaccamento a una certa natura selvatica, che può diventare anche una forma di ribellione al corpo moderno, asettico, ben monitorato dai protocolli della prevenzione. Personalmente mi auguro che riusciremo a trovare una forma di evoluzione che non rinneghi la nostra animalità, che sappia abbandonare certa brutalità primitiva senza perdere il piacere di avere un corpo. Con o senza peli.

17 giugno - Grazie all'amica Ilaria ho potuto recuperare la foto originale: eccola qui