Sabato 13 e domenica 14 aprile abbiamo ospitato al Melograno di Bologna
un workshop sulla genitorialità delle persone transgender e no binary con Egon
Botteghi, che ha portato la sua esperienza personale nella toccante performance
teatrale “Parti di madre trans*” a cui ha fatto seguito un corposo
approfondimento il giorno dopo.
C’erano tante persone presenti, operatrici del mondo della nascita,
educatrici e educatori, docenti, persone trans* già genitori o che desiderano
diventarlo, attivistə. Un magnifico gruppo con percorsi di vita e
competenze differenti, mondi che si sono trovati nel medesimo spazio per
parlare di un tema che riguarda tuttə, o almeno che dovrebbe riguardare tuttə perché siamo la medesima collettività e gli umani per essere tali
devono nascere.
Siamo un’associazione che si occupa di nascita, di gravidanza,
maternità, paternità, bambine e bambini piccolissimi. In una sola espressione, molto
diffusa anche nelle istituzioni, si occupa dei Primi 1000 Giorni di vita di noi
umani. Accogliamo e accompagniamo le donne che scelgono di diventare madri e
gli uomini che scelgono di diventare padri, proponendo diverse attività a
partire dal corso preparto come accompagnamento alla nascita e al diventare
genitori. La nostra frase guida è “Per crescere un bambino ci vuole un
villaggio”. Con il nostro lavoro cerchiamo di far sì che il Melograno sia un
piccolo villaggio, un luogo caloroso e accogliente dove ogni vissuto, ogni
emozione, ogni dubbio o paura abbia piena accoglienza. Quello del diventare
genitori è un tempo in cui emergono nuovi bisogni e insicurezze fino a quel
momento sconosciute a cui cerchiamo di rispondere al meglio.
Noi umani siamo esseri sociali, collaborativi, antropologicamente destinati
ad essere creature bisognose degli altri. Per migliaia di anni abbiamo
cresciuto i nostri cuccioli in gruppo e da un pugno di decenni i nostri piccoli
sono diventati invece un affare privato di un nucleo familiare sempre più
piccolo, che pesa principalmente sulle donne. E’un tempo della vita che pare
avvolto dal mantello dell’invisibilità sociale.
Quello dell’essere invisibili è un tema che le persone trans*
che desiderano diventare genitori, o che già lo sono, conoscono molto bene. Infatti nonostante una mole di studi ci dicano il
contrario è molto diffuso il preconcetto secondo il quale essere trans* non è
conciliabile con la genitorialità. Eppure questi genitori esistono: da
un’indagine dell’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali (FRA-
Fundamental rights agency) nel 2019, dalle 19.445 risposte raccolte tra le
persone trans*, è emerso che il 19% era genitore di almeno un bambino.
Ascoltare, nel salone
del Melograno dove si svolgono i nostri incontri, che da uno studio condotto in
UK risulta che il 30% delle persone trans* e no binary in gravidanza non ha
avuto accesso ai servizi sanitari pubblici o privati e che il 54% ha scelto di
partorire senza alcun supporto ostetrico perché temeva di sentirsi a disagio, è
stato un pugno in pancia. Ricevere un’assistenza appropriata che tuteli salute
e benessere durante gravidanza e parto è un diritto, ma se un diritto non è di
tuttǝ si chiama privilegio.
L’incontro è stata
anche l’occasione per parlare del libretto “Trans* con figlǝ, suggerimenti per (futurǝ) genitori trans*
e loro alleatǝ, prima guida italiana sulla Trans*genitorialità”, tradotto e
adattato dal tedesco per l’Italia da Alex Romanella ed Egon Botteghi,
dall’opera “Trans* mit Kind! – Tipps für trans* und nicht-binäre Personen
mit Kind(ern) oder Kinderwunsch”, curata dall’associazione tedesca
Bundesverband Trans*. Questo libretto si propone come
piccola guida per le persone trans* e non binarie che si sentono sole o
spaesate nel momento in cui vorrebbero approcciarsi alla genitorialità, oltre
che a chi genitore trans* lo è già.
Questo workshop ha richiesto due
anni di gestazione prima di concretizzarsi e fin dall’idea iniziale ha avuto lo
scopo acquisire, come Melograno, gli strumenti per accogliere nel migliore dei
modi, rispettosamente, persone trans* e no binary che desiderano diventare genitori.
Desidero ringraziare chi ha
partecipato e ha portato competenza, calore e generosità dentro al Melograno. E
un ringraziamento di cuore a Egon!
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